Perchè tutti gli uffici dovranno usare l’intelligenza artificiale
(non si tratta del se, ma del quando...)
Chiunque abbia provato anche solo per pochi minuti una qualsiasi chat di Intelligenza artificiale può facilmente comprendere sia le preoccupazioni che le speranze che questa tecnologia suscita riguardo al lavoro d’ufficio.
Questo sistema, ormai accessibile al pari dell’interazione con il nostro Google Maps o Siri della situazione, dimostra un’eloquenza sorprendente nel rispondere a una vasta gamma di domande, che spaziano dai problemi di programmazione ai dilemmi legali, passando per questioni storiche.
Ovviamente c’è ancora molto solo da fare, in primis la necessità di eliminare il problema delle “allucinazioni”, ovvero la produzione di informazioni errate.
Ma è ovvio che non è difficile immaginare che questi strumenti possano sostituire figure professionali come addetti al servizio clienti, impiegati legali o altro.
Insomma, l’impatto di questa tecnologia sulla vita lavorativa potrebbe diventare ancora più evidente a breve.
Recenti studi, tuttavia, suggeriscono letture ben diverse…
Le nuove ricerche sull’impatto dell’AI sul lavoro
Un primo studio dell’Università di Princeton ha cercato di individuare quali professioni saranno maggiormente influenzate da ChatGPT.
Utilizzando un parametro chiamato “AI occupational exposure”, che misura il grado di esposizione delle varie professioni all’intelligenza artificiale, hanno scoperto che alcune categorie professionali – come gli operatori di telemarketing, gli insegnanti di storia e i sociologi – potrebbero subire notevoli cambiamenti.
Al contrario, lavori manuali come quelli dei muratori, ballerini e operai tessili sembrano meno a rischio di essere sostituiti da questi strumenti.
Un secondo studio, stavolta del famoso MIT (Massachusetts Institute of Technology) ha analizzato come ChatGPT influenzi il lavoro degli impiegati.
Hanno chiesto a circa 500 professionisti di completare una serie di semplici compiti d’ufficio, come scrivere comunicati stampa, redigere email e creare piani di analisi.
La metà dei partecipanti aveva a disposizione ChatGPT, mentre l’altra metà no.
Risultato: i partecipanti che hanno utilizzato ChatGPT hanno completato i compiti in media in 17 minuti, rispetto ai 27 minuti impiegati dagli altri, e la qualità del loro lavoro è risultata superiore.
Anche la soddisfazione per il lavoro svolto è stata maggiore tra coloro che hanno utilizzato il chatbot.
I risultati degli studi indicati, e gli altri che sicuramente arriveranno, suggeriscono che, sebbene alcune professioni possano essere esposte ai cambiamenti introdotti dall’intelligenza artificiale, non è detto che le persone che lavorano in ambito linguistico siano destinate a essere sostituite.
Anzi, strumenti come ChatGPT potrebbero semplicemente rendere il lavoro più veloce e di qualità superiore.
Tuttavia, occorre ancora prudenza: nessuno studio è ancora stato sottoposto a revisione paritaria e prevedere con certezza l’impatto dell’AI sul lavoro rimane un compito complesso.
Sebbene l’intelligenza artificiale offra numerose opportunità per migliorare la produttività, è importante ricordare che stiamo ancora esplorando il suo potenziale e i suoi limiti
Formarsi per anticipare i tempi
Davanti all’avvento di nuove tecnologie la migliore strategia è quella di non avere paura e accoglierle in modo positivo.
Così facendo le aziende che sapranno cogliere l’opportunità di questa nuova era saranno fra i primi a raccoglierne i frutti.
La cosa straordinaria è che queste tecnologie sono portata di qualsiasi azienda, indipendentemente dal settore di appartenenza, dal fatturato o numero di impiegati
Già, qualsiasi attività imprenditoriale può beneficiare del corretto utilizzo di questa tecnologia applicata correttamente all’interno dei propri processi interni.
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