le PMI Italiane non sanno comunicare!
Analisi pratica di una situazione ancora (molto) insufficiente.
Wow, non c’è che dire, è un titolo forte, e probabilmente qualche manager e/o imprenditore “offeso” mi avrà ricoperto di insulti virtuali…
Beh, sono i rischi del mestiere :-)
Battute a parte, questo titolo, volutamente provocatorio, è tristemente aderente alla realtà dei fatti: la maggioranza delle piccole medie imprese italiane non ha la più pallida idea di come debba essere correttamente usata la comunicazione.
Ecco il mio pensiero su questo argomento:
La comunicazione è una cosa seria, che deve essere curata da esperti.
Non è ammissibile che ci siano ancora imprenditori che definiscono il piano editoriale, manager che creano la pubblicità e segretarie che diventano copywriter !
Una tragedia.
Sarebbe come se ti affidassi al tuo meccanico per un bypass cardiaco!
Nessuna persona sana di mente lo farebbe e nemmeno ci penserebbe lontanamente, ma quando si parla di web, digitale comunicazione succede davvero di tutto.
Se oggi una azienda non comunica (o non lo fa nel modo corretto…) è destinata ad avere pesanti conseguenze.
Posso darti una soluzione con questo articolo?
NO!
Perché non esistono “soluzioni facili” per tappare le falle di una errata comunicazione, un approccio manageriale fuori target o basato su informazioni imprecise.
Ma leggere questo articolo, potrebbe essere utile perché spesso il problema maggiore è “iniziare a capire” dove sono gli errori e risolverli (magari con l’aiuto dei professionisti).
La visione di insieme
Come prima cosa è necessario scomporre il problema per vederlo nelle sue singolarità e affrontarle una alla volta.
Ad esempio, molte aziende non riescono ancora a rendersi conto di quanto sia importante comunicare nelle modalità giuste a seconda dei canali in cui il messaggio deve essere veicolato.
Siti Web, social network, comunicati stampa, interviste, video, sono un campo assolutamente inesplorato per la maggior parte delle PMI italiane, che continuano imperterrite ad usare modalità e terminologie che erano già vecchie quando Internet e gli smartphone non esistevano.
Questi imprenditori sono gli stessi che si lamentano degli scarsi risultati di cui ho parlato nell’articolo “il digitale non funziona” .
Oggi una azienda (b2b o b2c non fa differenza) deve comunicare direttamente al suo consumatore o cliente finale, la comunicazione è profondamente cambiata, e mascherarsi dietro i risultati di vendita positivi, sebbene sia fondamentale per ottenere i prestiti dalle banche, non genererà il rapporto di fiducia necessario con la base utenti, acquisita e/o potenziale.
Comunicare non è facile, così come non è facile nessun’altra professione che richieda uno studio costante, approfondimenti continui, passioni personali e (possibilmente) attitudini naturali , cose che non si comprano da nessuna parte.
Posizionare correttamente il proprio brand (ci torneremo in altri articoli..) non è altro che fare comunicazione nel modo corretto, prendendosene tutte le responsabilità, visto che è assolutamente inevitabile che questo dialogo in campo aperto farà arrivare anche cose non molto piacevoli, come attacchi, offese, critiche ingiustificate e via di seguito…
Se questo viene visto come un attacco al proprio ego, l’imprenditore non ha scampo: sarà un disastro.
Se invece egli imprenditore abbasserà le proprie barriere per uscire allo scoperto e capire meglio la realtà circostante, comprenderà a breve che questo scambio diretto è la migliore strada per sviluppare un nuovo concetto di comunicazione, che, nel medio termine, produrrà risultati eccellenti.
Sono io stesso imprenditore e ho lavorato come consulente aziendale praticamente da sempre, scontrandomi frequentemente con i temi che andrò ad approfondire.
Lo scopo di questa pubblicazione non è insegnare, ma rendermi utile agli altri, non per altruismo o buonismo, ma al contrario cercando di far sviluppare ed espandere una cultura della comunicazione che permetta un ampliamento del mercato a vari operatori preparati (consulenti, editori, social media manager eccetera…)
Come ho già citato, io NON sono:
- un famoso dirigente aziendale
- un influencer (ma per favore!)
- un teorico della comunicazione
Sono una persona come te, che osserva, ascolta, studia, impara e prova a mettere in pratica le teorie assimilate, come ben suggerito da quel signore che ho citato in apertura che quanto a saggezza e lungimiranza avrebbe ancora molto da insegnare a molti moderni “manager”.
Pur avendo maturato specifiche qualità tecniche nel settore, non sono e tanto meno mi definisco un tecnico della comunicazione.
Non ho conseguito nessun particolare master, se non una tardiva laurea, per motivi che sarebbe troppo lungo e noioso spiegare qui, pertanto non posso mostrarti alcun titolo accademico di rilievo di cui potermi insignire per aumentare la mia autorità in quanto autore.
Ciò chiarito, ho la consapevolezza di possedere conoscenze ed esperienza, maturate in trent’anni di attività, che mi consentono di vedere in modo trasparente la situazione dei modelli di comunicazione ancora oggi utilizzati da un rilevante numero di PMI, che non esito a definire tragica.
A cosa mi riferisco?
- piani editoriali inesistenti
- post su Facebook che non comunicano niente
- profili social personali usati per post aziendali (!)
- assenza imbarazzante su LinkedIn
- siti web l….e….n…t…i
- email noiose, illeggibili e inutili
- siti web che sembrano creati da un alieno
- applicazioni smartphone… per fare che?!
- comunicati stampa che sembrano volantini pubblicitari
- articoli blog che sembrano circolari aziendali interne
- circolari interne scritte in aramaico antico
E via di seguito, credo di aver reso l’idea, ma se la tua azienda non fa nessuno degli errori citati, puoi terminare la lettura e contattarmi, vengo a farti una bella intervista per Dreporter.it come caso di studio…)
La sagra paesana delle parole banali (e inutili)
Un comune denominatore è il festival delle frasi banali scontate quanto vuote, del tipo:
- La nostra azienda è leader del settore
Anche la vostra? Ma quanti leader esistono?!
- Abbiamo personale altamente qualificato
Quindi esistono aziende che assumono solo personale “bassamente” qualificato?
- La forza della nostra è l’alta qualità dei prodotti prodotti
Questo significa chei tuoi concorrenti vendono SOLO quelli di bassa qualità?!
Potrei andare avanti, ma il senso generale è questo
Web e mondo digitale? Sono persone come te!
Nell’epoca di Internet, molte aziende hanno cominciato a pensare alla comunicazione digitale come qualcosa di virtuale, roba per computer, telefoni e internet.
Ma dietro ogni singolo messaggino mandato su WhatsApp, messaggio di stato su Facebook o foto postata su Instagram, Invio di email, pubblicazioni di video etc.. c’è una persona come te: corpo, mente, preoccupazioni, carattere, situazione familiare, lavoro e via dicendo…
Quando pubblichiamo qualcosa sulla rete, stiamo parlando ad un oceano di individui dei quali non sappiamo nulla, in mezzo al quale, però, vive anche il potenziale destinatario del tuo messaggio: il tuo futuro cliente.
Come ti ho già detto, non ho l’ambizione di raccontarti “la verità”, ma posso affermare che ancora oggi, con buona pace delle nuove scintillanti tecnologie, lo strumento più importante resta sempre quello: Il buon senso.
Se anche tu credi che usare il buon senso (in un mondo che sembra non averne più), sia ancora una strada possibile, reale, concreta e percorribile per superare gli ostacoli, incluso quello della comunicazione, allora puoi intraprendere questo “viaggio” che si snoderà in vari articoli che troverai su questo blog.
A scanso di equivoci, prima di cominciare, il mio sito non fa al caso tuo SE:
- cerchi soluzioni facili, miracolose, scorciatoie, metodi “vincenti”e altre fesserie simili.
- La tua comunicazione fa schifo ma a te piace così
- pensi di sapere già tutto perchè hai una Laurea in tecniche della comunicazione com master alla “non so cosa sia ma fa tanto figo”
- pensi di sapere già tutto perchè ti sei “fatto da solo”
- pensi che la tua azienda sia la più figa del mondo
- cerchi un manuale con le lezioni “step 1 fai questo, step due scrivi quest’altro”
- la tua azienda non opera sul mercato italiano (diverso da tutti gli altri)
- credi che la comunicazione serva solo alle aziende che devono incrementare i fatturati
- speri di trovare l’ultima tecnica trendy basata sulla startup che ha creato un app gradita agli hipster che fanno speech durante i workshop per fare lo score del market share sugli stake holders che sono stati early adopter: io parlo in italiano, la lingua più bella del mondo.
Sei ancora qui?
Ottimo, allora sappi che:
- non ho soluzioni facili o miracolose da proporti
- sei laureato/a con lode e relativo Master? Ottimo, ma ricorda che non esiste una laurea in esperienza
- se ti sei “fatto da solo/a” sei stato bravo/a, ma oggi non basta più, sorry.
- se la tua azienda ormai è in crisi, ancora di più devi cambiare le cose
- il fai-da-te non è una opzione
- se vuoi cambiare, devi affidarti a professionisti, ma restando elemento attivo del cambiamento.
Sei ancora qui? (repetita juvant…)
Allora possiamo davvero iniziare….
Cerca liberamente il tuo prossimo argomento in questo blog, ma sa se vuoi il mio suggerimento leggi questo.