Youtube Premium e il valore del digitale
Come largamente preannunciato anche YouTube ha lanciato in maniera ufficiale in Italia su servizio di utilizzo a pagamento di video e musica.
Molti famosi siti e testate ne hanno parlato, ad esempio:
http://tinyurl.com/yadjxop
http://tinyurl.com/yack6b3
Ovviamente il mio articolo non riguarda le caratteristiche del servizio stesso, le modalità di utilizzo o i prezzi, per i quali troverai tantissimi riferimenti sulla rete e molti altri ne arriveranno nelle settimane a venire, incluso gli approfondimenti dei Blogger e YouTubers più famosi, ma vorrei soffermarmi sui possibili futuri scenari .
In altre parole, l’attivazione di questo servizio entra in diretta concorrenza con altri giganti del settore, in primis Spotify, Amazon, ma anche, paradossalmente, Google Music , quest’ultimo, non dimentichiamoci, facente capo alla stessa proprietà.
L’aspetto che personalmente mi interessa di più, al di là delle probabili “lotte commerciali e di marketing” alle quali assisteremo nel prossimo futuro, indipendentemente dal fatto che tale iniziativa possa avere successo o meno, è che questo cambiamento determina ancora più chiaramente che Internet sta sempre più andando verso una modalità “non gratis” quando si parla di servizi a larga diffusione, al pari dei servizi telefonici, delle applicazioni eccetera eccetera
Personalmente credo che se tale approccio debba significare una “pulizia” delle tante (troppe) schifezze che si vedono su YouTube, molte delle quali incontrollate, di dubbio gusto, inutili e, spesso, illegali… allora l’ingresso di YouTube premium non solo alla mia “benedizione”, ma potrebbe essere qualcosa di importante per rafforzare quello che oggi in rete ancora manca, cioè una vera e propria cultura del digitale, che non debba essere sempre visto come un qualcosa che non esiste in quanto tale, ma come un vero e proprio prodotto dietro al quale ci sono sforzi, lavoro, competenze e soprattutto persone.
Inutile nasconderci dietro un dito: la mancanza di controllo in rete è probabilmente l’unico vero ostacolo e la grande sfida da affrontare per i prossimi anni, perché non basta certamente applicare buone iniziative come quella del “fact checking” che, pur valida nelle intenzioni, da sola è poco meno che una goccia nel mare perché verrà applicata con ogni probabilità soltanto da coloro i quali già eseguivano precedentemente una linea di controllo delle informazioni diffuse, mentre nel Far West tecnologico le cose resteranno pressoché invariate.
Potrebbe sembrare che non c’è alcuna correlazione tra queste due cose, cioè un servizio di musica a pagamento e le notizie false su Internet, ma in realtà è l’esatto opposto: la creazione di una cultura digitale è probabilmente l’unico metodo serio e concreto per tornare a dare un valore alle cose, sebbene si tratti di fruizione attraverso dispositivi elettronici che veicolano i loro segnali attraverso la rete.
Sono ancora troppe le persone che ritengono che usare software non originali , scaricare un film o interi album musicali non sia tutto sommato una cosa illegale….visto che “lo fanno tutti”.
Questo messaggio è davvero molto pericoloso perché, se visto in prospettiva, comporterà problemi ben più ampi per le nuove generazioni, perché dietro la costruzione di quella canzone non c’è solo l’artista ma un gruppo di persone che ha lavorato mesi per realizzarla, pubblicizzarla, distribuirla eccetera eccetera
Molte di quelle persone sono tecnici, la maggior parte dei quali oggi lavora su sistemi digitali e si occupa di promozione e marketing con ampia diffusione sulla rete e i social network: in pratica stiamo parlando di competenze professioni che riguarderanno molto da vicino le nuove generazioni.
Usare in modo illecito la rete comporterà, inevitabilmente, una ulteriore erosione di questo comparto, andando così direttamente a danneggiare una area vastissima di potenziale lavoro in area digitale
Ma diffondere una corretta cultura digitale richiederà molti anni è un cambiamento lento e progressivo nelle modalità di approccio, quindi ritengo fondamentale che i primi passaggi siano fatti proprio dalle grandi aziende digitali, perché così facendo inizieranno a comunicare in modo chiaro che, nonostante Internet sia un luogo libero , utile ed accessibile a tutti, vi sono comunque delle regole di rispetto, condivisione e legalità.
Se ci pensiamo bene questo è già successo per le televisioni satellitari, ovvero gli abbonati alle PayTv sono in costante aumento nonostante una pirateria decisamente molto aggressiva
Tutti noi vogliamo che Internet sia un luogo migliore e sono sicuro che sia un obiettivo raggiungibile, e personalmente ritengo che l’arrivo di servizi come YouTube premium, in qualche modo, al pari dei suoi concorrenti, contribuiscono in modo positivo all’accrescimento di una cultura del “valore” del digitale