Martedì 14 Settembre 2021: presentazione iPhone 13.
NO, non sono qui a parlare di telefonia, tranquilli!
Io uso vecchio S7 Edge Android, certamente il mio blog non parla di tecnologia e tantomeno di telefonia quindi questo post potrebbe sembrare un acchiappaclick, ma in realtà è qualcosa di molto più ragionato, come scoprirai se avrai la pazienza di seguirmi nell’intero ragionamento.
Il motivo che mi ha spinto a pubblicare questo articolo e rilevare il fatto che iPhone 12 fu reso disponibile alla fine di ottobre 2020, quindi abbondantemente meno di un anno fa.
Come molti di voi sanno, parliamo di dispositivi estremamente costosi, a volte anche in modo totalmente ingiustificato, visto che le caratteristiche sono sostanzialmente paragonabili a telefoni di altre marche che hanno prezzi molto inferiori.
Questo sito parla di marketing e quindi non potevo esimermi dal dire la mia su una abitudine commerciale che, a mio modestissimo parere, rovina il mercato di riferimento e rende un pessimo servizio all’utente finale.
In realtà ero già entrato in questo settore con il mio articolo di Agosto dove avevo parlato del calo vendite Samsung :
Perchè Samsung Galaxy S21 vende meno dei suoi predecessori?
Senza voler annoiare nessuno con grafici e tabelle, vorrei rimanere su ragionamenti estremamente pratici, iniziando col dire che una persona che investe oltre €1.000 in un telefono (perché comunque di questo stiamo parlando, vale la pena ricordarlo) e si ritrova a doverlo definire “ vecchio modello” dopo 10 mesi e mezzo, secondo me non è particolarmente felice.
Tuttavia, gli irrinunciabili dell’ultimo modello inizieranno a cercare di vendere il proprio per racimolare una parte della cifra e passare così al modello successivo, ovviamente aggiungendo altro denaro.
Quanto sopra succede, nella stragrande maggioranza dei casi, a persone che in realtà potrebbero benissimo utilizzare un iPhone 8 o un iPhone 10… senza praticamente notare una vera differenza nell’utilizzo quotidiano.
Fans della Apple, tranquilli… la stessa cosa accade per quasi tutte le altre marche note, da Samsung a seguire, con la differenza che sfornano molti più modelli e i prezzi dei top di gamma, come detto, sono molto più bassi.
Chiarito questo aspetto torniamo al marketing.
Quale tipo di assistenza al cliente viene data in un mercato di fascia alta come quello rappresentato da questi dispositivi mobili?
Qual è il vero controvalore in termini monetari che viene garantito al cliente che, ricordiamolo, è il bene primario per qualsiasi azienda commerciale ?
In entrambi i casi la risposta è la stessa: poco , troppo poco.
Perchè è un approccio di marketing sbagliato?
L’economia ha un andamento sinusoidale, come è noto a tutti, ed è quindi contro natura cercare di trasformare artificiosamente questi cicli costantemente anticipando le nuove uscite di nuovi prodotti, perché non si farà altro che generare confusione alla base dell’utenza.
Come ho già avuto modo di dire in questo articolo, sono assolutamente convinto, e ho verificato personalmente che ci sono individui che possiedono telefoni top di gamma ma alla fine l’utilizzo primario è quello di farci giocare il figlio o farsi delle foto mentre sono a cena fuori.
Le funzioni avanzate, quelle che vengono tanto sbandierate nelle recensioni, sono dei veri e propri fantasmi, di cui oltre il 70% degli utilizzatori finali non hanno la più pallida idea di come utilizzarle e tantomeno a cosa realmente possano servire.
Qualcuno mi dirà:
“Marco, ma il marketing è proprio questo, cercare di instillare il desiderio di possedere un oggetto che mi faccia sentire più figo o più accattivante agli occhi degli altri, o che mi renda più soddisfatto di averlo”
Assolutamente vero e totalmente legittimo, tuttavia questo tipo di marketing aggressivo, finalizzato solo all’apparenza è sempre meno alla sostanza, genererà una dipendenza al pari di una qualsiasi sostanza stupefacente.
Le persone si aspetteranno sempre più novità in periodi sempre più ristretti, ma diventerà poi impossibile seguire gli investimenti necessari al riacquisto, e questo di conseguenza porterà ad un abbassamento dei prezzi, delle quote di mercato o, molto probabilmente , ad entrambe le cose.
Il prezzo che… non c’è!
Tutti sappiamo che il prezzo è la componente fondamentale di qualsiasi trattativa commerciale
Eppure, negli ultimi anni , stiamo assistendo a un fenomeno che dovrebbe far preoccupare, ovvero il fatto che
il prezzo del bene è scomparso da qualsiasi proposta di acquisto di beni di un certo livello.
L’esempio più eclatante è quello delle automobili: qualsiasi pubblicità che vedi in televisione, ascolti alla radio , o in un banner pubblicitario su internet, nel migliore dei casi ti dirà soltanto l’importo di una rata mensile, ma mai il vero prezzo totale del prodotto.
In alcuni casi resiste ancora il vecchio metodo della dicitura “ a partire da” che, come molti di voi sanno , spesso nasconde non poche sorprese, al momento in cui ci rechiamo presso il concessionario per farci fare un preventivo, scoprendo che quel prezzo di partenza verrà superato di parecchio.
Questa tecnica è talmente comune che ormai ce la siamo trovata come stile di vita, al punto che nessuno pensa più all’importo finale, ma soltanto alla rata mensile che può pagare.
È evidente che questo approccio, oltre a indebitare pesantemente le persone per molti anni, ha la capacità di rendere disponibile il tanto agognato bene anche a coloro inquali, nella realtà , non ne avrebbero la possibilità.
Faccio un esempio pratico per quelli più grandicelli come il sottoscritto:
negli anni ’90 automobili come Mercedes, BMW , Jaguar, Range Rover eccetera potevano permettersele soltanto alcune tipologie di persone.
Chi all’epoca faceva ricorso a finanziamenti, questi erano erogati direttamente dalle banche in una modalità “ standard”, che richiedeva ampie garanzie di solvibilità, accessibili a una limitata fscia della popolazione.
Oggi Il mondo è cambiato, varie volte, e con esso tutte le politiche di marketing, a cui hanno fatto seguito formule finanziarie adottate da banche e istituti privati volti unicamente ad allargare la platea della “credito al consumo”.
Il risultato è quello di cui parlavo all’inizio di questa sezione, ovvero che il nuovo iPhone 13, che presumo costerà ben oltre €1.000, potrà essere acquistato da una grande quantità di persone, incluse quelle il cui stipendio mensile è magari uguale al costo del telefono, e che quindi, in assenza di formule finanziarie particolarmente accattivanti, non potrebbero mai dilapidare un mese di lavoro per comprare un nuovo modello di telefono.
Con le automobili, di cui parlavo sopra , I maghi del marketing sono stati ancora più bravi, al punto di riuscire a far credere che con €99 al mese potrai avere la macchina nuova e se dopo due anni non ti piace la restituisce al concessionario, vi date una bella stretta di mano, e siamo tutti contenti.
Sembrerebbe il trionfio del “marketing democratico e sociale”, ma in realtà parliamo solo di persone che si indebiteranno con banche e finanziarie e fronte di acquisti di beni che, il giorno dopo averli acquistati, valgono già dal 25 al 40% in meno, figuriamoci dopo un anno :-(
E’ un marketing aggressivo che, a fronte di picchi importanti in termini di risultati, oltre all’indebitare l’utenza, sta lentamente ma progressivamente scavando solchi profondi nella coscienza dei consumatori, spesso allontanandoli da un marchio perché non è stata in grado di renderlo partecipe delle sue effettive capacità o funzioni, per le quali ha sborsato somme importanti.
Le recensioni
Un altro effetto collaterale di questa “corsa alla novità” è quello che le recensioni su YouTube ormai hanno un ritmo che nemmeno le soap opera latino-americane potevano pensare di raggiungere.
I recensori sono in netta difficoltà perché, come ovvio, non sanno più cosa dire :-)
Loro sanno perfettamente che le differenze sui moderni dispositivi, a parità di fascia di prezzo, sono ormai minime e vanno più a toccare i gusti personali come l’estetica che non rifarsi a dettagli tecnici precisi dei quali, vale la pena ricordare, gli frega il giusto alla stragrande maggioranza degli utenti.
A proposito di recensori, non posso e non voglio fare nomi, ma ce n’è uno in particolare, molto famoso conosciuto e che personalmente ritengo molto bravo, spesso usare espressioni che nascondono a fatica la “ noia” di dover dire sempre le stesse cose.
Perchè ho scritto questo articolo…
Posso capire che quanto ho scritto sopra possa sembrare lontano da quello che un consulente di marketing dovrebbe dire, ma chi mi conosce sa che ho sempre preferito la via dell’onestà intellettuale e soprattutto di dire sempre quello che penso, senza filtri .
Il fatto che io negli anni abbia sempre scelto di non farmi sponsorizzare da nessuna azienda la dice lunga sul mio modo di pensare, ed è anche per questo che a volte trovo atteggiamenti ostruzionistici o non vengo visto di buon grado da alcuni “guru” del marketing.
Ovviamente non me ne può fregare di meno e tiro dritto per la mia strada come ho fatto nell’ultimo ventennio, incluso il poter dire il mio pensiero su una modalità che ho definito “marketing aggressivo”, ma che dovrai chiamare “bieco”, e che non farà che danneggiare ulteriormente un tessuto economico già sanguinante dove c’è sempre meno spazio per la qualità, la conoscenza e il miglioramento oggettivo, a fronte di annunci e proclami.